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Meloni: “Denunciata alla Corte penale internazionale, così il clima diventa pericoloso”

Posted on December 8, 2025 by Vosten

“Non conto più le minacce di morte”, dice la premier. “La Sinistra stia attenta a fomentare, la piazza può sfuggire di mano”
Dalla guerra a Gaza tra Israele e Hamas, alla manovra finanziaria, fino alle regionali e alla legge elettorale, è una Giorgia Meloni a tutto campo quella ospite di Bruno Vespa, prima nella puntata di ‘Cinque Minuti’ e poi di ‘Porta a Porta’. 

Assicura di “non contare più le minacce di morte”. Rivela di essere stata “denunciata alla Corte penale internazionale per concorso in genocidio”, insieme ai ministri Antonio Tajani e Guido Crosetto e all’ad di Leonardo Roberto Cingolani, “un caso unico al mondo”. C’è “un clima che si sta imbarbarendo parecchio”, è convinta Giorgia Meloni, di cui è responsabile “chi dice che io e il mio governo abbiamo le mani sporche di sangue”. Così lancia un appello al “senso responsabilità”. Soprattutto a “chi ha pensato di fomentare la piazza: attenzione, poi le cose sfuggono di mano”.

La denuncia alla Cpi è stata annunciata dal Global Movement To Gaza Italia. Associazioni o singoli individui possono muoversi in questo senso ma, chiariscono da L’Aja, “solo le decisioni del procuratore hanno valore ufficiale e non esiste alcuna decisione” sulle accuse per concorso in genocidio mosse a Meloni. “Non sanno più dove denunciarci per tentare di intervenire per via giudiziaria”, sorride la presidente del Consiglio, condividendo la tesi del ministro Giancarlo Giorgetti che “la sinistra non arriva al governo tramite elezioni, ma di solito con un golpe giudiziario o finanziario”.

Per la premier “questa è storia”. E alla storia italiana, quella degli Anni di piombo, ancora una volta fa riferimento per rimarcare che “tante cose che si cominciano a dare per normali, normali non sono”. E attacca la sinistra che “senza argomenti definisce gli altri ‘impresentabili’: come quando impediscono alla gente di parlare all’università, o quando Francesca Albanese dice che un direttore di quotidiano che lei non condivide non deve essere invitato a parlare in tv”. I suoi moniti e affondi partono dal salotto televisivo di Porta a porta, dopo giornate di mobilitazioni nelle piazze italiane a sostegno della causa palestinese, uno sciopero generale (“Pretestuoso”, la Cgil “è molto più interessata a difendere la sinistra più che i lavoratori”) e episodi di disordini e scontri anche nelle ultime ore a Livorno.

Meloni parla di “violenze preordinate”, e nota che “quando si consente a chi inneggia al terrorismo di Hamas di stare in testa al corteo forse la tesi dei semplici infiltrati è un po’ riduttiva”. 

L’intervento della premier segue diversi giorni di manifestazioni contro i massacri a Gaza, scioperi generali e scontri di piazza. Meloni parla di “violenze preordinate” che avrebbero una regia politica: “Lo dico a chi ha pensato di fomentare la piazza: attenzione, poi le cose sfuggono di mano”.

Critica lo sciopero generale come “pretestuoso”, accusando la CGIL di essere “molto più interessata a difendere la sinistra che i lavoratori”. Contrasta le tesi del centrosinistra e dei movimenti e sindacati che hanno portato centinaia di migliaia di persone in piazza in modo pacifico. Per Giorgia Meloni non è possibile dire che gli scontri sono opera di semplici infiltrati e sostiene che si è consentito a chi “inneggia al terrorismo di Hamas di stare in testa al corteo”.

Poi difende l’operato del governo in termini di risposte alla crisi umanitaria a Gaza, rivendicando gli sforzi italiani con l’invio di “2.300 tonnellate d’aiuti” a Gaza, ammonendo che “esasperare gli animi rischia di andare contro gli interessi” dei palestinesi. E infine sostiene il piano Trump perché, dice, è riuscito ad “aprire uno spiraglio di pace”.


Dalla guerra a Gaza tra Israele e Hamas, alla manovra finanziaria, fino alle regionali e alla legge elettorale, è una Giorgia Meloni a tutto campo quella ospite di Bruno Vespa, prima nella puntata di ‘Cinque Minuti’ e poi di ‘Porta a Porta’. 

Assicura di “non contare più le minacce di morte”. Rivela di essere stata “denunciata alla Corte penale internazionale per concorso in genocidio”, insieme ai ministri Antonio Tajani e Guido Crosetto e all’ad di Leonardo Roberto Cingolani, “un caso unico al mondo”. C’è “un clima che si sta imbarbarendo parecchio”, è convinta Giorgia Meloni, di cui è responsabile “chi dice che io e il mio governo abbiamo le mani sporche di sangue”. Così lancia un appello al “senso responsabilità”. Soprattutto a “chi ha pensato di fomentare la piazza: attenzione, poi le cose sfuggono di mano”.

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